Le nostre certezze che sono venute meno, le nostre abitudini totalmente rimescolate.
I Love DAD
Testo a cura di Alexander La Gumina e Antonio Oleari
Le nostre certezze che sono venute meno, le nostre abitudini totalmente rimescolate. Un rapporto tra un padre e una figlia in un momento dove le domande poste non hanno (semplici) risposte.
La didattica a distanza si è inserita nel nostro quotidiano scandendo una parte del tempo a nostra disposizione a seguito delle normative introdotte e delle restrizioni imposte per il proliferare dei contagi del COVID19. Il tempo, durante la pandemia, è stato il vero problema. Abbiamo dovuto ripensare a come occupare e gestire il tempo.
L’organizzazione del tempo è qualcosa che ci viene indotto dagli impegni che abbiamo, il lavoro, il partner, i figli, la scuola, le attività sportive, le nostre passioni: sono piccoli tasselli che vanno a comporre il grande mosaico delle nostre giornate. Ci alziamo la mattina e abbiamo una scaletta prefissata di cose da fare.
La didattica a distanza ha scandito una parte del tempo ed ha creato una serie di condizioni per cui per esempio non era possibile rimanere in pigiama per tutta una intera giornata. Essa infatti prevede un contatto audio/video tra i professori e i compagni di classe, per cui la preparazione e la cura della nostra persona era quasi al pari di quella che si attua nella didattica in presenza.
L’attività fisica o motoria è inoltre stata ripensata nei pochi spazi concessi: ci si è dovuti accontentare di una breve passeggiata oppure ci si è affidati a un programma di fitness online.
In tutto questo ho avuto modo, come padre, di esplorare e approfondire insieme a mia figlia un tempo fatto di quotidianità e azioni semplici che prima non mi era mai stato concesso, in quanto ognuno con i propri impegni. Le sensazioni sono state le più varie e diametralmente opposte: da una parte la condivisione di una quotidianità a noi estranea fatta di piccoli gesti mi ha dato speranza e gioia, dall’altra non poter dare risposte certe ha provocato in me un grande sconforto.
I ragazzi di oggi molto spesso annoiati, senza stimoli e particolari desideri sono stati i più colpiti da questo periodo che li ha ulteriormente isolati, caratterizzato da una socialità ancora più anomala e virtuale.
Inutile paragonare tempi e problematiche di generazioni diverse, l’esperienza vissuta da noi in prima persona o dai nostri genitori non si può riflettere su un’altra generazione che si scontra con le difficoltà di questo tempo ed è costretta a confrontarsi con la distanza sociale nei confronti degli amici, degli amori e con l’incognita di un apprendimento fatto attraverso uno schermo di un computer.